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Acqua per neonati: le più adatte per lo svezzamento

Acqua per neonati: le più adatte per lo svezzamento
plasmon
Scrittore ed esperto10 mesi fa
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Acqua ai neonati: quando si può dare e qual è la più adatta?

Vediamo in questo articolo l’importanza dell’acqua per i neonati, che ruolo ha nello svezzamento e tutti i consigli utili per introdurla al meglio

Perché è importante l'acqua nello svezzamento

La quantità di acqua giornaliera indispensabile a soddisfare tutte le necessità dell’organismo viene definita fabbisogno idrico. È importante soddisfare il fabbisogno idrico in quanto l’acqua rappresenta la quota principale della composizione corporea (1). I bambini hanno fabbisogni idrici maggiori rispetto all’adulto. Ciò significa che i bambini devono bere molto, trovandosi in una fase di sviluppo e di crescita dell’organismo. Il consumo elevato di acqua nei bambini è indispensabile per le attività mentali e fisiche, per ostacolare l’insorgenza di malattie e per la crescita (2).

La quantità di acqua richiesta dall’organismo varia a seconda dell’età, del sesso, della temperatura esterna, dell’umidità ambientale, dell’attività fisica svolta e della temperatura corporea. In considerazione di tutti questi fattori, generalmente nell’età pediatrica si suggerisce di bere 1,5 ml di acqua per ogni kcal consumata dal bambino (2).

Quando dare l'acqua ai neonati: le raccomandazioni dell'OMS

Secondo i Livelli di assunzione di Riferimento per la popolazione italiana (LARN), si raccomanda si consumare o acqua pari a 800 ml nella fascia di età 6-12 mesi, 1,2 litri nei bambini di 1-3 anni, 1,6 litri tra 4-6 anni e 1,8 litri tra 7-10 anni (3). Come vedremo, tali valori includono, oltre all’acqua potabile, anche quella contenuta in latte materno, o in formula, e alimenti.

Acqua ai neonati di 1-2 mesi: si può?

Durante l’allattamento al seno ad libitum l’acqua contenuta nel latte materno è sufficiente ad idratare il bambino. Il latte materno contiene circa l’87% di acqua, per cui un bambino sano allattato al seno generalmente assume liquidi a sufficienza (5,6).

In concomitanza con l’inizio dell’alimentazione complementare, intorno ai 6 mesi di vita, è consigliato iniziare a consumare acqua sia nei bambini allattati al seno che con formula (5). Le occasioni di consumo dell’acqua devono essere numerose e non limitate al momento della pappa.

C’è consenso nel ritenere che le acque utilizzate per i bambini durante il divezzamento, noto anche come svezzamento, debbano avere una bassa concentrazione di sali, mentre, successivamente, la concentrazione di sali può essere incrementata in modo proporzionale al crescere dell’età (2). Da qui l’indicazione a preferire acqua con più basso residuo fisso (minimamente mineralizzata o oligominerale) nella fascia di età 6-12 mesi. Va inoltre ricordato che l’acqua offerta ai bambini deve essere naturale, non addizionata di anidride carbonica e non deve contenere bollicine naturali.

Quanta acqua dare ai neonati e come somministrarla

Innanzitutto, è sufficiente iniziare con piccole quantità di liquido stimolando la curiosità del bambino senza alcuna imposizione. Per questa prima fase è possibile proporre l’acqua all’interno di un biberon. Successivamente le richieste di acqua vanno man mano aumentando fino a diventare di una quantità superiore. Durante la pappa è possibile dare al bambino circa mezzo bicchiere di acqua (6). Affinché, i bambini imparino a bere correttamente è consigliabile acquistare delle tazze e bicchieri comodi e maneggevoli studiati appositamente per la fascia di età di riferimento, ad esempio tazze ergonomiche o a becco d’oca.

Quali sono le acque più adatte ai neonati

È possibile distinguere due tipologie di acqua: le acque minerali e le acque potabili.

Le prime provengono da sorgenti naturali o dal sottosuolo, sono pure in natura e come tali vengono commercializzate.

Acque minerali per bambini

Tra le acque minerali presenti in commercio non esistono acque migliori o peggiori, ma acque diverse, e leggendo attentamente l’etichetta si può scegliere quella che si adatta meglio alle proprie necessità. Le acque minerali si distinguono in base al “residuo fisso”, un valore che dà una stima globale del loro contenuto in sali minerali. Più questo valore è elevato e più sali sono disciolti in un litro di acqua minerale (2).

In aggiunta le acque minerali si possono classificare in base alla composizione dei sali. L’acqua minerale ideale non deve contenere nitrati oltre 10 mg/l e sodio (Na in etichetta) oltre i 20 mg/l, per non abituare i bambini sin da piccoli al gusto salato (4). È ottimale invece selezionare acque minerali calciche, ovvero con buon contenuto di calcio (>150 mg/l) che risulta altamente biodisponibile per il bambino (4).

Acque potabili per bambini

Le acque potabili sono quelle che hanno subito trattamenti per la loro potabilizzazione e, poiché sono acque “costruite”, hanno caratteristiche medie, che possono andare bene a tutti (2). L’acqua potabile in Italia è quella che viene erogata dal rubinetto domestico ed è generalmente di buona qualità. Per conoscere con precisione le caratteristiche dell’acqua di una particolare zona, è possibile chiedere informazioni alla ASL di riferimento. Non bisogna però dimenticare che l’acqua dell’acquedotto è garantita potabile fino al contatore, il comune non è responsabile di ciò che avviene dopo il passaggio nelle tubazioni domestiche o nei depositi di accumulo privati (4). Nel caso in cui si ritenga poco affidabile la potabilità dell’acqua del proprio rubinetto, è sempre possibile farla bollire, e successivamente raffreddare, prima di darla ai bambini.

Acqua per il latte in polvere

Le acque minerali “minimamente mineralizzate” con un residuo fisso, inferiore a 50 mg/l (dato riportato in etichetta) sono indicate per la diluizione del latte in polvere e come bevanda al momento della pappa. Anche le acque “oligominerali” (residuo fisso inferiore a 500 mg/l) possono avere lo stesso utilizzo. Le acque con residuo fisso compreso tra 500 e 1000 mg/l, anche dette “acque minerali”, non sono indicate per lo svezzamento, ma solo in epoca successiva.

Per quanto riguarda l’acqua da mangiare, invece?

Per raggiungere il fabbisogno raccomandato di acqua bisogna tenere in considerazione, oltre al consumo di acqua e di latte materno (o di formula), anche quello degli alimenti! Frutta, ortaggi, verdura e brodi sono costituiti per oltre l’85 % da acqua, e un loro consumo regolare aiuta al raggiungimento del fabbisogno idrico giornaliero.

Il contenuto di acqua negli altri alimenti può essere invece estremamente variabile: carne, pesce, uova, formaggi freschi ne contengono il 50-80 %; pasta e riso cotti ne contengono il 60-65 %; pane e pizza sono costituiti per il 20-40 % da acqua; infine, biscotti, fette biscottate, grissini e frutta secca ne contengono meno del 10 % (2).

Consigli utili:

  • Se sei una mamma in allattamento, bevi molta acqua! Il latte materno, infatti, è composto per l’87% da questa sostanza. È indispensabile che la dieta di una mamma che allatta sia ricca di acqua per compensare la perdita di liquidi derivante dalla produzione di latte. Secondo i LARN l’assunzione di acqua durante l’allattamento deve raggiungere un valore di 2,7 l al giorno. Acqua da bere, ma anche da mangiare sotto forma di brodi vegetali, minestroni, zuppe e tanta verdura e frutta (6).
  • Sin da inizio divezzamento è importante educare i bambini al consumo quotidiano e costante di acqua. È da scoraggiare, invece, il consumo di qualsiasi bevanda che sia diversa dall’acqua, poiché abitua i bambini a gusti dolci e zuccherini, e rappresenta un’influenza negativa sull’alimentazione del bambino (2).
  • L’acqua deve essere consumata durante tutto l’arco della giornata, è importante ricordare di idratarsi anche fuori casa! Per favorire il consumo di acqua nei bambini di 6-12 mesi, anche quando si è fuori casa, è possibile portare con sé un biberon di acqua fresca o una tazza maneggevole studiata appositamente per la fascia d'età di appartenenza, e da riempire con acqua fresca.
  • L’assunzione di acqua durante la prima dentizione deve essere favorita, perché con l’aumentata secrezione salivare si perde una discreta quantità di liquidi; inoltre, l’acqua dà refrigerio alle gengive arrossate e dolenti (4).

Acqua per i neonati stitici

L’acqua per i bambini che ruolo ha nella stitichezza? Innanzitutto, agisce da “lubrificante” in numerosi distretti corporei (articolazioni, pelle, mucose), incluso il lume intestinale. Essa garantisce una giusta consistenza del contenuto fecale e ha un effetto diretto sulla peristalsi intestinale.

Anche nel bambino, l’acqua introdotta quotidianamente e il livello di idratazione influenzano la regolarità intestinale e la consistenza delle feci. È importante favorire il consumo di acqua nelle giuste quantità fin da inizio divezzamento. Un’inadeguata idratazione può spesso comportare stitichezza, anche nel bambino piccolo. Come sempre, in presenza di stitichezza è importante consultare il pediatra curante per capire come risolvere il problema.

FONTI:

  1. Frassinetti A.; Gussoni M. T.; ATS Milano Città Metropolitana Consensus Primi 1000 Giorni Di Vita. Alimentazione Complementare Da 6 a 24 Mesi. Aspetti Applicativi 2016
  2. Manuale di nutrizione in età evolutiva, SIPPS - Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (2016)
  3. Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) Livelli di assunzione di riferimento di nutrienti ed energia per la popolazione italiana IV revisione; SICS: Milano, 2014; ISBN 978-88-906852-2-4
  4. Da 0 a 6 anni. Una guida per la famiglia. Guido Brusoni, Rosanna Moretto, Leo Venturelli, a cura della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, SIPPS (2007).
  5. Alimentazione dei lattanti e dei bambini fino a tre anni: raccomandazioni standard per l’Unione Europea
  6. Linee guida CREA per una sana alimentazione. Revisione 2018.
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