Vai al contenuto principale
Alimentazione

Come riconoscere e trattare l’intolleranza al lattosio nei neonati

Come riconoscere e trattare l’intolleranza al lattosio nei neonati
plasmon
Scrittore ed espertoJust now
Visualizza il profilo di plasmon

Intolleranza al lattosio nei neonati: cos'è e come si manifesta

Il lattosio è uno zucchero naturale che si trova sia nel latte materno, che nel latte in polvere e liquido per neonati.

È un disaccaride, quindi per digerirlo serve un enzima intestinale chiamato lattasi, che lo scinde nei due monosaccaridi che lo compongono, cioè il glucosio e il galattosio.

Quando l'attività della lattasi è assente o insufficiente, il lattosio non digerito arriva nell'intestino, e qui viene fermentato dai batteri causando i sintomi tipici dell'intolleranza.

La fermentazione del lattosio nel colon causa la produzione da parte dei batteri di idrogeno, anidride carbonica e metano. Il lattosio non digerito, inoltre, presenta una azione osmotica e richiama l'acqua nell'intestino aumentando il volume delle feci.

La produzione di acidi organici da parte dei batteri, come l’acido lattico e l’acido acetico, può irritare la mucosa intestinale e l'area del pannolino.

L'acqua presente nell'intestino può stimolare rumori peristaltici più frequenti, con aumento delle scariche di feci.

Cause e sintomi dell'intolleranza al lattosio

Le cause di intolleranza al lattosio nei neonati includono:

  • L'intolleranza secondaria o transitoria, molto più comune nei neonati e lattanti. In questa condizione la produzione di lattasi si riduce temporaneamente dopo gastroenteriti, infezioni intestinali o altre patologie enteriche, ma tende a recuperare con la guarigione.

  • L'intolleranza al lattosio o ipolattasia primaria dell'adulto. È la forma in assoluto più comune di intolleranza al lattosio e si manifesta solo molto più tardi per esaurimento graduale della funzione enzimatica della lattasi.

  • Il deficit congenito di lattasi, una forma di carenza enzimatica molto rara e grave con sintomi severi fin dai primi giorni di vita. Questa condizione, su base genetica, è molto rara.

Sintomi tipici dell'intolleranza al lattosio sono il gonfiore addominale, crampi o dolori addominali, diarrea acquosa abbondante, feci acide o maleodoranti, rumori intestinali detti borborigmi.

Il neonato intollerante al lattosio può accusare anche sintomi aspecifici come irritabilità o pianto scarsamente consolabile, scarso aumento di peso, agitazione o disturbi del sonno. L'acidità delle feci per il ridotto ph può causare frequenti dermatiti irritative nell'area del pannolino.

Come viene diagnosticata?

Inizialmente si inquadra il problema effettuando una visita pediatrica completa di anamnesi nutrizionale dettagliata, valutazione clinica e auxologica per controllare la crescita del lattante.

La diagnosi può essere supportata da alcuni test di laboratorio.

  • La valutazione del ph fecale mostra feci più acide con ph < 5,5 come risultato della fermentazione del lattosio.

  • La ricerca di zuccheri riducenti nelle feci può essere, se positiva, suggestiva di mal digestione del lattosio.

  • Il test genetico può essere utile nel sospetto dei rari casi di deficit enzimatico congenito.

  • Solo nei bambini più grandi e collaboranti si può proporre il breath test al lattosio che misura l'idrogeno nell'aria espirata dopo l'ingestione di lattosio.

Nella pratica clinica spesso si ricorre a una dieta di prova con il pediatra, che prescrive un’alimentazione a basso contenuto di lattosio per un breve periodo e osserva se i sintomi migliorano, in caso di remissione della sintomatologia la risposta positiva confermerà il sospetto di una intolleranza transitoria.

Allergia al latte o intolleranza al lattosio: le differenze

L'allergia alle proteine del latte vaccino (APLV) è una condizione distinta causata da una reazione del sistema immunitario del lattante verso le caseine o le sieroproteine del latte vaccino. Nell'intolleranza al lattosio la causa è la carenza dell'azione enzimatica della lattasi senza una attivazione del sistema immunitario.

La APLV può dare sintomi immediati nelle forme IgE mediate o ritardati nelle forme non IgE mediate a seconda del tipo di anticorpi (immunoglobuline di classe E, o altre) coinvolte nella risposta. L'Intolleranza al lattosio è un disturbo metabolico digestivo con diverso esordio dei sintomi.

I sintomi nella APLV possono avere un esordio già nei primi mesi di vita e sono più frequenti nei lattanti che si alimentano con formula, pur potendo comparire negli allattati al seno occasionalmente se la madre consuma latte vaccino. Al contrario nella intolleranza al lattosio salvo gli eccezionali casi di deficit enzimatico congenito i sintomi compaiono più tardivamente o in modo transitorio dopo infezioni intestinali.

Anche i sintomi sono diversi: nella APLV si hanno crampi, vomito, diarrea, coliche, reflusso e sangue o muco nelle feci. Nell'intolleranza al lattosio la presenza di sangue o muco non è tipica e prevalgono il gonfiore, i borborigmi, la diarrea acquosa e la presenza di feci schiumose o acide.

I sintomi della APLV possono essere anche su altri apparati, ad esempio eruzioni cutanee come orticaria dermatite atopica, angioedema, rinite difficoltà respiratoria fino alla anafilassi nei casi più gravi. Nella intolleranza al lattosio, invece, fatti salvi i possibili malessere e irritabilità non si osservano sintomi extra intestinali.

Anche i test di conferma sono diversi, nel sospetto di APLV si possono proporre test allergologici come i prick test o il dosaggio delle IgE specifiche nelle forme IgE mediate oppure la dieta di eliminazione con latti speciali e la successiva reintroduzione.

Infine, la terapia della APLV prevede l'eliminazione totale delle proteine del latte vaccino con formule estensivamente idrolizzate o con aminoacidi finché i bambini non acquisiscono la tolleranza immunitaria, solitamente tra l'età di 1 e i 3 anni. Nell'intolleranza al lattosio nella maggior parte dei casi è sufficiente la riduzione o la temporanea eliminazione del lattosio.

Come trattare l'intolleranza al lattosio nei neonati?

Nel neonato allattato al seno l'intolleranza congenita al lattosio è molto rara, si osserva invece solitamente una intolleranza transitoria dopo infezioni intestinali. Dato il ridotto contenuto di lattosio del latte materno solitamente si può continuare con l'allattamento al seno se tollerato. Solo in pochi casi selezionati su indicazione pediatrica si può considerare di aggiungere enzimi lattasi al latte materno per ridurre temporaneamente i sintomi.

Quando possibile, l’allattamento al seno resta comunque la scelta preferibile per la maggior parte dei neonati. A questo proposito, l’OMS raccomanda che “i bambini inizino ad allattare al seno entro la prima ora dalla nascita e che siano allattati esclusivamente al seno per i primi 6 mesi di vita, ovvero senza fornire loro altri alimenti o liquidi, compresa l'acqua. I neonati dovrebbero essere allattati al seno a richiesta, ovvero tutte le volte che il bambino lo desidera, giorno e notte. Non si dovrebbero usare biberon, tettarelle o ciucci. A partire dall'età di 6 mesi, i bambini dovrebbero iniziare a mangiare alimenti complementari sicuri e adeguati, continuando ad allattare al seno fino ai due anni di età o oltre”.

I consigli del pediatra e della nutrizionista in caso di allergie e intolleranze

Molti lattanti, bambini e adulti seguono una dieta senza lattosio o delle proteine del latte vaccino di propria iniziativa (o per iniziativa dei genitori) senza avere una intolleranza confermata e senza averne quindi alcun beneficio, addirittura esponendo i propri figli a carenze nutrizionali, ad esempio di calcio o di vitamina D.

Se avete qualche dubbio in merito a questa condizione consultate sempre un pediatra e concordate gli accertamenti da eseguire, è sconsigliato in ogni caso ricorrere all’autoprescrizione.

Una dieta protratta senza le proteine del latte vaccino può richiedere delle integrazioni nutrizionali mirate.

Nella APLV se c'è una sensibilizzazione alle sieroproteine, su consiglio medico, si può tentare una graduale reintroduzione dopo il primo compleanno. La sensibilizzazione alla caseina tende invece a durare più a lungo a volte anche fino ai 3 anni di vita e può essere indicata una reintroduzione più tardiva.

BIBLIOGRAFIA

1 Heyman MB; Committee on Nutrition. Lactose intolerance in infants, children, and adolescents. Pediatrics. 2006 Sep;118(3):1279-86. doi: 10.1542/peds.2006-1721. PMID: 16951027.

2  Aierken K, Xu Z, Ma J, Kawuli G. The efficacy of low/lactose-free milk powder in the treatment of lactose intolerance in infants: A protocol for systematic review and meta analysis. Medicine (Baltimore). 2024 Aug 2;103(31):e39098. doi: 10.1097/MD.0000000000039098. PMID: 39093773; PMCID: PMC11296442.

3 Darma A, Sumitro KR, Jo J, Sitorus N. Lactose Intolerance versus Cow's Milk Allergy in Infants: A Clinical Dilemma. Nutrients. 2024 Jan 31;16(3):414. doi: 10.3390/nu16030414. PMID: 38337698; PMCID: PMC10856892.

4Vandenplas Y, Broekaert I, Domellöf M, Indrio F, Lapillonne A, Pienar C, Ribes-Koninckx C, Shamir R, Szajewska H, Thapar N, Thomassen RA, Verduci E, West C. An ESPGHAN Position Paper on the Diagnosis, Management, and Prevention of Cow's Milk Allergy. J Pediatr Gastroenterol Nutr. 2024 Feb;78(2):386-413. doi: 10.1097/MPG.0000000000003897. Epub 2023 Jul 26. PMID: 38374567.

5 Solano DE, Mendez M. A Review of the Literature on Cow Milk Protein Allergy Management. Pediatr Ann. 2025 May;54(5):e179-e181. doi: 10.3928/19382359-20250317-01. Epub 2025 May 1. PMID: 40305638.

plasmon
Scrittore ed esperto
Visualizza il profilo di plasmon
plasmon