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Consigli

Sicurezza negli alimenti per l’infanzia

Sicurezza negli alimenti per l’infanzia
plasmon
Scrittore ed esperto12 mesi fa
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Perché parliamo di sicurezza?

Il bambino, infatti, non è un piccolo adulto, perché è ancora in crescita e non ha ancora raggiunto una maturità funzionale.

In linea generale, negli alimenti possono esserci residui di diverse sostanze, sia quelle comunemente impiegate nelle pratiche agricole (pesticidi, insetticidi, antibiotici), ma anche residui di possibili contaminanti ambientali naturali (micotossine, metalli pesanti, diossine).

I bambini risultano più suscettibili e vulnerabili a queste contaminazioni in quanto molti organi e apparati, in questa delicata fascia di età, non hanno ancora raggiunto la maturità funzionale e questo può comportare ad esempio, un maggior assorbimento di sostanze tossiche a livello gastrointestinale ed una minore capacità del fegato e del rene di metabolizzare ed eliminare queste sostanze dannose.

Lo dice la legge…

Ad oggi, esiste una normativa pensata ad hoc per limitare i contaminanti negli alimenti, ed è il Regolamento 1881 pubblicato nel 2006 dalla

Commissione Europea. Questo documento definisce anche i tenori massimi per i prodotti destinati a lattanti a alla prima infanzia. Questo livello di sicurezza è controllato e garantito per legge a tutela dei consumatori più piccoli e quindi più vulnerabili.

Attenzione alle etichette!

Un modo semplice per informarsi e tutelarsi circa l’alimentazione infantile è quello di leggere le etichette dei prodotti per l’infanzia, prediligendo prodotti con liste ingredienti brevi, di alimenti conosciuti, dove viene esplicitata la provenienza delle materie prime e garantita la tracciabilità della filiera di produzione, con diciture chiare e comprensibili.

Per legge, in aggiunta, coloranti e conservanti sono vietati all’interno degli alimenti per l’infanzia.

Insidie nascoste

Un limite importante a cui prestare attenzione è il livello di pesticidi contenuti nei prodotti di consumo abituale, come frutta e verdura. Non sempre fresco significa sicuro per il bambino, infatti verdura e frutta fresca potrebbero contenere una quantità variabile di pesticidi compresa tra 0,1-2 mg/kg, ma che in alcuni casi può essere anche molto più alta.

Un alimento per l’infanzia, invece, deve avere per legge un contenuto di pesticidi <0,01 mg/kg, limiti quindi molto più restrittivi per gli omogeneizzati rispetto a quelli previsti per gli alimenti per gli adulti.

Allo stesso modo, altrettanta attenzione viene posta alle contaminazioni da metalli pesanti (piombo, cadmio, mercurio) presenti in numerosi alimenti come carne, pesce e ortaggi i cui limiti per gli alimenti dell’infanzia sono sensibilmente ridotti rispetto agli alimenti consumati degli adulti.

E i cereali?

Il consumo di cereali è spesso associato alla possibile contaminazione naturale con micotossine, dei composti tossici rilasciati da muffe che crescono sui cereali.

Le micotossine rappresentano un grosso rischio per la salute, possono creare danni al fegato e all’organismo, soprattutto quando l’esposizione è costante e prolungata nel tempo. Per un bambino in crescita diventa cruciale rimuovere questo rischio per la salute, in quanto il suo fegato non ha ancora raggiunto la maturità funzionale e strutturale. Per questo gli alimenti per l’infanzia sottostanno a limiti più stringenti rispetto agli alimenti consumati dagli adulti. In alcuni casi, come per la micotossina Aflatossina B1 il limite è 20 volte inferiore rispetto ad un comune cereale per adulti (0,10 μg/kg contro i 2 μg/kg per gli adulti).

Anche il packaging vuole la sua parte

È importante prestare attenzione anche al confezionamento degli alimenti, evitando quei cibi o bevande in lattina o in scatola dove la contaminazione da stagno è più comune.

Lo stagno è un metallo il cui limite nei cibi viene regolamentato per gli adulti a 200 mg/kg, mentre negli alimenti per l’infanzia a 50 mg/kg. In questa prospettiva, gli alimenti per l’infanzia in vasetti in vetro e materiali appropriati aiutano a ridurre il rischio di contaminazione da metalli derivanti dal confezionamento.

plasmon
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