Vai al contenuto principale
Educazione

Come gestire i capricci dei bambini

Come gestire i capricci dei bambini
Elisa Pella
Scrittore ed esperto29 giorni fa
Visualizza il profilo di Elisa Pella

I "capricci" dei bambini sono episodi di disregolazione che avvengono quando i bambini sono sopraffatti da emozioni intense e non riescono a gestire le proprie reazioni. Comprendere cosa accade realmente in questi momenti ci permette di supportarli in modo più positivo e costruttivo.

Perché i bambini fanno i capricci?

I “capricci” sono il modo con cui i bambini esprimono emozioni intense o comunicano bisogni che non sanno verbalizzare, come richieste di aiuto o tentativi di ottenere qualcosa che desiderano molto. A volte un capriccio può nascondere il tentativo di comunicare un disagio. Siamo abituati a vedere il “capriccio” come una “sfida” al genitore o addirittura come un segnale di maleducazione. Riconoscere invece la crisi come una richiesta di supporto cambia radicalmente il modo in cui ci sentiamo in quei momenti e quindi la nostra modalità di intervento.

Capricci: cosa fare per attenuarli?

Quando un bambino o una bambina è nel pieno di una crisi, è importante mantenere la calma. Reagire con rabbia o frustrazione non farà che aumentare la tensione. I bambini piccoli non sanno autoregolarsi: necessitano di un adulto che li aiuti a gestire le emozioni intense. Inizialmente, questo supporto consiste nell’eteroregolazione, in cui l’adulto calma il bambino, per poi evolvere in co-regolazione, dove l’adulto aiuta il bambino a comprendere le proprie emozioni.

Indicazioni utili:

  1. Parla con calma e abbassati al suo livello visivo per trasmettere sicurezza.
  2. Domandati quale bisogno o quale emozione non espressa possa essere all’origine della crisi. Questo richiede attenzione e un po' di intuito, ma offre una chiave per entrare in connessione con il bambino e migliorare la situazione.
  3. Se hai capito quello che sta succedendo, prova a verbalizzare: “Non ti è piaciuto per niente che ti sia caduto il biscotto, accidenti, avevi proprio voglia di mangiarlo, mi dispiace tanto.”
  4. Se non lo hai capito, limitati a descrivere quello che vedi in modo semplice ed empatico: “Deve essere successo qualcosa che non ti è piaciuto, vedo che sei molto arrabbiato.”
  5. Offri supporto ma senza insistere: "Sono qui, quando vuoi un abbraccio te lo do volentieri.”
Quando comunicare con fermezza

Essere fermi significa essere chiari e coerenti, senza durezza. Sgridate o minacce in un momento di difficoltà non fanno che aumentare la frustrazione, l’impotenza e il senso di solitudine del bambino. Se il bambino lancia oggetti o colpisce, intervieni per ristabilire la sicurezza: “Non posso permettere che tu lanci i giocattoli. Sono qui per proteggerti.” Non aspettarti gratitudine, ma accetta il possibile rifiuto e preparati ad agire ugualmente, è la tua responsabilità.

Quando preoccuparsi per i capricci dei bambini?

La maggior parte dei “capricci” fa parte del normale sviluppo. Se le crisi sono estremamente frequenti o intense al punto da interferire con la vita quotidiana del bambino e della famiglia e se anche educatori e insegnanti segnalano problemi comportamentali, potrebbe essere utile parlare con un professionista.

Dalla teoria alla pratica

Immaginiamo una situazione tipica: mamma e figlia stanno tornando a casa e trovano uno di quei distributori di palline di plastica che contengono giocattoli e sopresine: Bambina: (piange e urla) “Voglio la pallina! Voglio la pallina! Voglio la pallina!” Genitore: (stabilendo un contatto visivo e magari anche fisico) “Vorresti la pallina, ho capito. Adesso non la compreremo. Lo so che è difficile, mi dispiace. Mi dai la mano e facciamo una bella corsa così lasciamo indietro questa rabbia?” Bambino: (piange ancora) “Noooooo! Voglio la pallina!” Genitore: “Mammamia che fatica che stai facendo. Dobbiamo continuare a camminare, vuoi che procediamo come due coniglietti? Ce la fai? Se vuoi mi metto vicino a te respiriamo per calmare il tuo corpo. Se no ti aiuto prendendoti in braccio andando verso casa.” La bambina potrebbe accettare il gioco dei coniglietti, potrebbe accettare l’aiuto della mamma per calmarsi, oppure potrebbe continuare imperterrita e chiedere e piangere. Aver incrociato quella pallina sulla sua strada ha mandato il tilt il suo sistema nervoso! Una seccatura, ma perfettamente comprensibile. Mantenere la calma, accogliere le sue emozioni, proporre soluzioni alternative e mostrarsi fermi e sicuri consentirà alla bambina di superare quel momento senza darle la forza di trascinarci con lei nel vortice della disregolazione.

Elisa Pella
Scrittore ed esperto
Visualizza il profilo di Elisa Pella
plasmon