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Alimentazione

Obesità infantile e sovrappeso: cos’è, cause e rimedi

Obesità infantile e sovrappeso: cos’è, cause e rimedi
plasmon
Scrittore ed esperto2 mesi fa
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Obesità infantile e bambini in sovrappeso: quali sono le cause e come risolvere

Vediamo cos’è l’obesità infantile e come introdurre un’alimentazione equilibrata nella vita quotidiana di bambini in sovrappeso.

Differenza tra obeso e sovrappeso

Sia il sovrappeso che l’obesità infantile si presentano attraverso un peso elevato e dipendono da un eccessivo accumulo di grasso corporeo (1). Quando parliamo di sovrappeso intendiamo il peso corporeo elevato e superiore rispetto ai valori considerati normali per la popolazione (ciononostante non si parla ancora di una condizione patologica). L’obesità viene invece definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come una patologia cronica.

Le cause dell’obesità infantile

I fattori di rischio che portano allo sviluppo di questa patologia sono numerosi, variabili e dislocati nell’arco di tutta la vita (2). Vi sono però consistenti evidenze di un’associazione tra lo squilibrio di nutrienti della dieta nelle prime fasi della vita e il rischio aumentato di sviluppare obesità e malattie ad essa correlate nelle epoche successive (3). Da qui nasce la necessità di prestare attenzione all’alimentazione infantile considerandola non solo nutrimento indispensabile alla crescita ma anche strumento preventivo per non sviluppare obesità infantile e ulteriori rischi per la salute.

I rischi dell’obesità infantile

L’obesità infantile, detta anche obesità essenziale, è una forma di malnutrizione per eccesso altamente diffusa nei paesi industrializzati. Questa condizione clinica è caratterizzata da un eccesso di tessuto adiposo corporeo che fin dall’età pediatrica è in grado di indurre un aumento significativo di rischi per la salute (diabete, danni cardio-metabolici, ipercolesterolemia, alterazioni del profilo glucidico) (1).

Prevenire l’obesità infantile: le abitudini corrette

Sviluppare sane abitudini alimentari rappresenta lo strumento chiave nella prevenzione dell’obesità infantile. Si consiglia ad esempio di aderire a modelli alimentari variati ed equilibrati come la Dieta Mediterranea. Un pattern alimentare ricco in alimenti di origine vegetale (verdure, frutta, cereali integrali, legumi, noci, semi) caratterizzato da un intake medio-alto di pesce e da un consumo moderato di uova, pollame e prodotti caseari (latte, yogurt e formaggio) che si abbina ad un ridotto consumo di carne rossa e che impiega come principale fonte di grassi l’olio di oliva (2). È importante proporre fin da piccoli una dieta ricca che rispetti correttamente le frequenzedei pasti e dei secondi piatti; pare infatti che i bambini mangino di più quando ricevono una dieta varia, rispetto a quando hanno una dieta limitata e monotona (4).

Una tappa importante: lo svezzamento

Il contenuto proteico della dieta del bambino è da considerare una variante molto importante nel bilancio alimentare complessivo. Numerosi studi hanno dimostrato che un consumo elevato di proteine a partire dallo svezzamento, noto anche come svezzamento, e nelle epoche successive aumenta il rischio di sovrappeso nei bambini e l’obesità infantile (2,5,6). Per questo motivo le comunità scientifiche raccomandano di limitare il consumo di proteine a massimo 15% dell’energia totale in neonati e bambini piccoli (2,3).

In che cosa si traduce questa indicazione? Significa adattare le porzioni dei secondi piatti in base all’età, consumando ad esempio mezzo omogeneizzato di carne, pesce, legumi o formaggio dai 6 ai 12 mesi di vita e un vasetto intero dal primo anno.

Gli snack salutari e l’acqua che ruolo hanno nell’alimentazione dei bambini in sovrappeso?

Gli snack o spuntini di metà mattina e metà pomeriggio rappresentano una fonte nutrizionale altamente importante nei bambini più piccoli e fanno parte dei 5 momenti giornalieri dedicati al pasto. Nonostante il consumo di spuntini contribuisca ad un corretto in take energetico nei bambini, negli ultimi decenni è aumentato il consumo di snack ad elevata densità energetica nutrizionalmente non adeguati. Purtroppo, gli snack consumati dai bambini consistono sempre di più in dolci, bevande zuccherate e snack salati che tendono ad avere alta densità energetica, grassi saturi, zuccheri raffinati o elevato contenuto di sale. Per questo motivo il genitore deve imparare a proporre delle alternative salutari durante le merende e gli spuntini (2).

Tra le abitudini quotidiane che si apprendono fin dalle prime fasi dello svezzamento e che devono essere mantenute durante tutta la crescita del bambino, vi è il consumo di acqua. È consigliato proporre e incoraggiare il bambino a bere sempre l’acqua così da evitare il consumo di altre bevande, come le bevande gassate e zuccherate, che non andrebbero somministrate ai più piccoli (2).

Le bevande zuccherate sono drink o bevande arricchite con dolcificanti calorici che, se consumati dai più piccoli, aumentano sensibilmente il consumo di zuccheri liberi (mono e disaccaridi) in neonati, bambini e adolescenti. Un consumo di zuccheri liberi superiore al livello raccomandato, in particolare se dovuto a bevande zuccherate, è associato ad un incremento ponderale in bambini e adulti, con il rischio dunque di sviluppare obesità infantile (7). I succhi di frutta non sono considerati bevande zuccherate, e ad oggi non vi è alcuna evidenza dell’associazione tra consumo di succhi di frutta e aumento di peso (2).

E durante la crescita del bambino?

Di pari importanza è il numero di pasti giornalieri consumati, i bambini fino ai 12 anni di età dovrebbero infatti mangiare almeno 5 volte nell’arco della giornata, a partire dalla colazione mattutina. Saltare la colazione è infatti uno tra i primi fattori di rischio per lo sviluppo di sovrappeso e obesità nei bambini, perché si ritiene abbia un ruolo cruciale nel bilancio energetico e nella regolazione alimentare (2).

L’importanza di un corretto stile di vita

Non bisogna dimenticare il movimento! La riduzione della sedentarietà e l’aumento dell’attività fisica sono elementi integranti della prevenzione dell’obesità infantile. Si consiglia ad esempio di dedicare al movimento almeno 180 minuti al giorno, anche non continuativi, nei bambini di 1-2 anni, mentre nei bambini di 3-4 anni di questi 180 minuti almeno 60 dovrebbero essere dedicati ad un’attività fisica moderata-intensa (8).

Sempre secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità i comportamenti sedentari dovrebbero essere limitati, in particolare il tempo passato davanti agli schermi non deve essere superiore ad 1 ora a partire dai 2 anni di età, mentre non è raccomandabile esporre a televisione, video o schermi i bambini sotto i 2 anni (8).

Cosa fare in caso di obesità infantile, a chi rivolgersi?

Gli alimenti per l’infanzia sono alimenti adattati per andare incontro alle particolari esigenze nutrizionali e fisiologiche di neonati e bambini più piccoli e hanno il ruolo di alimenti di transizione. Dopo i 12 mesi è normale che avvenga una progressiva introduzione nella dieta del bambino anche degli alimenti tradizionali consumati dalla famiglia, purché tale introduzione sia graduale. Tuttavia, rimane sempre importante, per ragioni nutritive e di sviluppo, dare al bambino cibi appropriati per l’età, che per esempio non lo espongano ad intake eccessivo di grassi saturi, sale e zuccheri liberi (4). In ogni caso, entrambe le condizioni di obesità infantile e di sovrappeso devono essere strettamente monitorate nell’età pediatrica da un professionista.

I possibili percorsi

In questa delicata fase di transizione gli alimenti per l’infanzia possono essere utilizzati per intraprendere sane abitudini alimentari e limitare l’esposizione ad in take squilibrati di nutrienti.  Ad esempio, dopo l’anno di età è possibile proporre alcune merende equilibrate come: abbinare uno Yogurtino Plasmon ad una porzione di frutta fresca, consumare puree di frutta sottoforma di omogeneizzati o di Spremi e gusta, o ancora consumare il biscotto per l’infanzia sempre abbinato alla frutta fresca. Non solo, pensando ai bambini sopra all’anno di età, Plasmon ha inventato degli snack sapidi adatti al consumo dei più piccoli: i crackers Crick dei bambini e i Paff dei bambini. Questi rappresentano delle valide proposte di snack per i bambini perché sono prodotti senza alcuna aggiunta di sale, non sono fritti e il loro sapore delicato è l’ideale per i palati dei più piccoli.

     FONTI: 

  1. Società Italiana di Pediatria (SIP) e Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP). Consensus su diagnosi, trattamento e prevenzione dell’obesità del bambino e dell’adolescente 2017. Giugno 2004
  2. Verduci E, Bronsky J, Embleton N, Gerasimidis K, Indrio F, Köglmeier J, de Koning B, Lapillonne A, Moltu SJ, Norsa L, Domellöf M; ESPGHAN Committee on Nutrition. Role of Dietary Factors, Food Habits and Lifestyle in Childhood Obesity Development: A Position Paper From the European Society for Paediatric Gastroenterology, Hepatology and Nutrition Committee on Nutrition. J Pediatr Gastroenterol Nutr. 2021 May 1;72(5):769-783.
  3. Frassinetti A.; Gussoni M. T.; ATS Milano Città Metropolitana Consensus Primi 1000 Giorni Di Vita. Alimentazione Complementare Da 6 a 24 Mesi. Aspetti Applicativi 2016.
  4. Alimentazione dei lattanti e dei bambini fino a tre anni: raccomandazioni standard per l’Unione Europea
  5. Fewtrell M, Bronsky J, Campoy C, et al. Complementary feeding: a position paper by the European Society for Paediatric Gastroenterology, Hepatology, and Nutrition (ESPGHAN) Committee on Nutrition. J Pediatr Gastroenterol Nutr 2017;64:119–32.
  6. Appleton J, Russell CG, Laws R, et al. Infant formula feeding practices associated with rapid weight gain: a systematic review. Matern Child Nutr 2018;14:e12602.
  7. Fidler Mis N, Braegger C, Bronsky J, et al., ESPGHAN Committee on Nutrition. Sugar in Infants, Children and Adolescents: a position paper of the European Society for Paediatric Gastroenterology, Hepatology and Nutrition Committee on Nutrition. J Pediatr Gastroenterol Nutr 2017;65:681–96.
  8. World Health Organization. Guidelines on physical activity, sedentary behaviour and sleep for children under 5 years of age. 2010
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