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Educazione

Giornata Mondiale della Gentilezza: spiegare ai bambini la gentilezza e l’empatia

Giornata Mondiale della Gentilezza: spiegare ai bambini la gentilezza e l’empatia
Elisa Pella
Scrittore ed esperto4 mesi fa
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Molti genitori desiderano che i propri figli siano gentili, capaci di piccoli gesti di cura e affetto verso il prossimo. Un bambino gentile ci intenerisce e ci riempie di orgoglio perché per molti la gentilezza è un valore importante. Per contro, quando i bambini si comportano in modo più egoista o impulsivo (cosa normale), ci intristiamo e ci chiediamo: come possiamo spiegare ai bambini cosa significa essere gentili? E come possiamo aiutarli a portare questo valore nelle loro relazioni quotidiane?

Spiegare ai bambini la gentilezza e il suo significato

Il concetto di gentilezza può essere astratto per i bambini piccoli, che ragionano in modo concreto. Possiamo renderlo più chiaro collegandolo a gesti quotidiani e usando un linguaggio semplice. Ad esempio, possiamo dire che essere gentili significa prestare attenzione agli altri: fare una carezza, fare un sorriso, prestare un gioco, condividere la merenda. Le storie e fiabe possono aiutare i bambini a identificarsi con atti di gentilezza. Albi illustrati in cui i protagonisti compiono gesti gentili stimolano l'imitazione, sebbene l'esempio delle persone reali sia ancora più potente. Dopo aver letto una storia, possiamo sottolineare: “Che gesto gentile ha fatto la bambina raccogliendo i sassolini per la sua amica.”

L'esempio dei genitori è la chiave

La gentilezza si insegna soprattutto attraverso l’esempio. I bambini imparano molto più dai nostri comportamenti che dalle nostre parole. Se vedono i genitori essere gentili – tra di loro e con gli estranei – interiorizzano questi atteggiamenti. Ricordiamo però che i bambini imitano tutto ciò che vedono, gentilezza e atteggiamenti più prepotenti. Solo crescendo, inizieranno a scegliere la gentilezza in modo consapevole. Le interazioni quotidiane tra genitori e figli sono fondamentali per definire nella loro mente cosa sia “giusto” o “sbagliato”. Cogliamo ogni occasione per evidenziare i valori che vogliamo trasmettere:

  • "Hai visto? Ho aiutato quella signora con le buste della spesa perché mi sembrava in difficoltà. Quando vediamo qualcuno che ha bisogno di aiuto, possiamo fare qualcosa per farlo stare meglio."

  • “Che gentile quel signore che ci ha fatte passare, è proprio bello quando qualcuno si comporta in modo cortese.”

Questi piccoli momenti di condivisione contribuiscono a far sì che i bambini comprendano il valore della gentilezza e siano motivati a ripeterli.

L’empatia ci rende gentili

La gentilezza è strettamente legata allo sviluppo dell'empatia, che si manifesta quando i bambini riescono a riconoscere e comprendere i sentimenti degli altri. Aiutare i bambini a sviluppare empatia li rende più sereni e favorisce la loro capacità di relazionarsi in modo positivo. Per avviare questo prezioso processo possiamo iniziare con semplici domande e osservazioni che incoraggiano i bambini a riflettere sulle emozioni altrui e i gesti di cura:

  • "Vedi, Sofia ci è rimasta male. Come possiamo chiederle scusa?"

  • "Luis sembra triste. Cosa potremmo fare per aiutarlo?"

  • “Hai visto che si è allontanato? Probabilmente ha voglia di stare un po’ da solo.”

  • “Cinzia sta guardando la tua merenda, sembra che le piaccia molto. Lei è senza nulla, credo che sarebbe molto contenta se gliene offrissi un po’.”

Queste riflessioni aiutano i bambini a mettersi nei panni degli altri, imparando così che possono provare emozioni diverse dalle loro. È importante offrire ai bambini l'opportunità di elaborare queste situazioni e trovare soluzioni o idee che rispettino i sentimenti degli altri, mettendo in atto comportamenti premurosi e gentili. Ricordati che è naturale che a scuola o all'asilo i bambini a volte mostrino comportamenti impulsivi come urlare, strappare di mano un oggetto desiderato o spingere quando si sentono infastiditi. Questi atteggiamenti non indicano necessariamente una mancanza di gentilezza, ma piuttosto la difficoltà a gestire le emozioni in situazioni di frustrazione. Con il tempo, e quando i bambini si sentono sereni e supportati, imparano a regolare meglio le loro reazioni.

Valorizzare i gesti spontanei di gentilezza

Un altro aspetto prezioso è valorizzare i gesti spontanei di gentilezza. Anche senza una guida esplicita, i bambini spesso mostrano atti di gentilezza autentici. Non è necessario lodarli in modo eccessivo, ma è utile far loro capire che il loro gesto ha avuto un impatto positivo. Ad esempio, possiamo dire: ""Ho notato che oggi hai prestato il tuo gioco nuovo a Marta. Sei stata molto gentile e sono sicura che lei sia stata felice." Oppure: "Hai visto come ha sorriso Giorgio quando sei andata a giocare con lui?" Far notare questi effetti aiuta i bambini a comprendere che la gentilezza ha un impatto concreto sugli altri e questo li motiva a continuare a comportarsi in modo gentile, rafforzando anche la loro autostima: si sentiranno infatti più apprezzati e competenti.

In sintesi

Insegnare ai bambini la gentilezza è un processo che richiede tempo, pazienza e molto esempio da parte degli adulti. Non possiamo aspettarci che capiscano subito cosa significa essere gentili o che lo facciano sempre spontaneamente, ma possiamo aiutarli a comprendere quanto sia importante. Valorizziamo i piccoli gesti quotidiani, offriamo il nostro esempio e aiutiamo i nostri bambini a costruire un mondo più gentile, un passo alla volta.

Elisa Pella
Scrittore ed esperto
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