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Svezzamento vegetariano: sì o no? I nostri consigli

Svezzamento vegetariano: sì o no? I nostri consigli
plasmon
Scrittore ed esperto9 mesi fa
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Svezzamento Vegetariano: sì o no?

E’ importante condividere con il Pediatra di famiglia e i professionisti della nutrizione ogni scelta inerente all’alimentazione del bambino, e in modo particolare la scelta vegetariana. Questo facilita una sua corretta pianificazione, al fine di consentire una crescita ottimale del bambino (1).

Accomunati dal prefisso “veg” si possono classificare diversi modelli alimentari, le cui caratteristiche nutrizionali possono essere tra loro molto differenti a seconda delle restrizioni/esclusioni di una o più famiglie di alimenti (2).

È possibile distinguere due principali modelli (1):

  • modello latto-ovo-vegetariano che esclude tutti i tipi di carne e pesce, ma include invece latte e derivati (formaggi e latticini), uova e miele;
  • modello vegano che esclude tutti i tipi di carne, pesce, latte e derivati (formaggi e latticini), uova e miele.

Cos'è lo svezzamento vegetariano?

Il divezzamento, comunemente noto come svezzamento, indica quel graduale passaggio, durante il secondo semestre di vita, da un’alimentazione esclusivamente a base di latte ad una mista con cibi solidi. Un divezzamento è classificato come vegetariano quando non prevede l’introduzione ordinaria di tutti gli alimenti nella dieta del bambino, ma predilige fonti alimentari di origine vegetale, latte, formaggi e uova, ed esclude carni e pesci.

Svezzamento vegetariano: pro e contro

Secondo i dati più aggiornati, l’adozione di modelli vegetariani è nelle maggior parte dei casi dovuta ad una scelta salutistica e/o etica. Molte famiglie abbracciano la dieta vegetariana poiché la considerano un modo più sano di mangiare e ritengono che abbia effetti benefici sulla salute, mentre i vegetariani etici considerano l’eliminazione di carne e pesce come un imperativo morale per non danneggiare gli animali. Oltre a questi aspetti, il vegetarianismo è stato collegato alle preoccupazioni per gli aspetti ambientali e di impatto ecologico della produzione di alimenti di origine animale. L’esclusione, infatti, di queste categorie alimentari permette di avere un’alimentazione più sostenibile con minor impatto ambientale (2).

Ciononostante, è bene ricordare che, in presenza di diete che escludono alcune categorie alimentari, aumenta il rischio di incorrere in carenze nutrizionali. In particolare, le carenze sono tanto maggiori quanto più la dieta è restrittiva. Questi modelli alimentari in età pediatrica devono essere monitorati al fine di evitare carenze nell’assunzione di alcuni macro e micronutrienti come ad esempio proteine, Acido Docosaesaenoico (DHA), vitamina B12, ferro e zinco. Tali deficit in età pediatrica devono essere prevenuti o compensati con opportune supplementazioni (2).

Alcune indicazioni nutrizionali

Nel 2018 la Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) ha rilasciato specifiche indicazioni per la popolazione pediatrica e non che segue un modello vegetariano. Nei bambini che seguono un’alimentazione vegetariana/vegana è opportuno consumare un quantitativo di proteine leggermente superiore rispetto a quanto suggerito per la popolazione generale (3). Inoltre, per equilibrare il valore biologico-nutrizionale di un menù vegetariano, si ricorre con maggior frequenza alla proposta di piatti in cui siano presenti contemporaneamente legumi (lenticchie, fagioli, piselli, ceci, soia, fave, tofu) e cereali: questi alimenti presentano profili amminoacidici complementari tra loro e la loro combinazione consente pertanto di ottenere un piatto con una ottima qualità proteica per la presenza di tutti gli amminoacidi essenziali (1).

Tra i minerali è importante prestare attenzione agli apporti dietetici di ferro e zinco, le cui assunzioni raccomandate aumentano in caso di adozione di diete vegetariane (3). Il ferro contenuto nei vegetali (verdure, legumi, cereali, ecc) è in forma meno biodisponibile rispetto a quello contenuto negli alimenti di origine animale (per saperne di più leggi anche “Ruolo del ferro nel divezzamento”). Per facilitarne l’assorbimento si consiglia dunque di abbinare il consumo di vegetali con alimenti ricchi di Vitamina C (3). Pertanto, è utile ad ogni pasto consumare del succo di limone o consumare agrumi, kiwi, peperoni o altri alimenti ricchi di questa vitamina. Altre strategie per aumentare gli apporti di questi minerali includono il consumo di alimenti fortificati.

Le raccomandazioni della SIP

Esistono pochi studi scientifici disponibili che abbiano valutato l’impatto dello svezzamentovegetariano sulla crescita e sulla salute del bambino. Secondo la recente Position Paper SIPPS (2017), ad oggi non è possibile affermare con certezza che le diete vegetariane in età evolutiva garantiscano un’adeguata crescita ed un adeguato stato nutrizionale. Inoltre, a causa di un livello molto basso delle evidenze non è possibile stabilire a quale età si possa iniziare una dieta vegetariana (2).

Tra le raccomandazioni più rilevanti vi è quella di continuare l’allattamento al seno almeno nei primi 2 anni di vita del figlio, sia che la madre segua una dieta vegetariana che vegana (2).

Siccome la vitamina B12 è presente solo negli alimenti di origine animale (mentre negli alimenti di origine vegetale è presente in una forma non biodisponibile per l’uomo), tutti i bambini che seguono diete vegetariane e vegane, dati i rischi di carenza a cui sono esposti, necessitano di una sua supplementazione. La supplementazione di vitamina B12 può essere garantita da alimenti fortificati e integratori. In base al modello vegetariano adottato, sono indicate poi specifiche supplementazioni e il monitoraggio degli apporti dietetici al fine di ridurre i rischi di carenze. Da qui la raccomandazione di pianificare specifiche consulenze nutrizionali per le opportune supplementazioni (2).

È possibile quindi uno svezzamento vegetariano?

Uno svezzamento vegetariano, purché ben pianificato, può consentire una normale crescita ed un normale sviluppo del bambino. Vale tuttavia la pena di sottolineare, per la sua importanza centrale, il concetto di “ben pianificato”. È assolutamente necessario, per salvaguardare il benessere del bambino, evitare ogni forma di “fai-da-te” e ad affidarsi al pediatra di famiglia e ai professionisti della nutrizione (2-3).

 

FONTI:

(1) Frassinetti A.; Gussoni M. T.; ATS Milano Città Metropolitana Consensus Primi 1000 Giorni Di Vita. Alimentazione Complementare Da 6 a 24 Mesi. Aspetti Applicativi 2016

(2) Position paper SIPPS - FIMP - SIMA – SIMP. Diete vegetariane in gravidanza ed in età evolutiva 2017

(3) Documento SINU sulla dieta vegetariana – 2018

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