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Svezzamento: cos’è, come iniziare e consigli

Svezzamento: cos’è, come iniziare e consigli
Sara Vizzuso
Scrittore ed esperto1 anno fa
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Il divezzamento indica quel graduale passaggio da un’alimentazione esclusivamente a base di latte ad una mista con cibi solidi. Il divezzamento, comunemente noto come svezzamento, dovrebbe essere definito, in maniera più corretta, alimentazione complementare perché l’introduzione di cibi solidi serve a completare l’alimentazione a base di latte che il bambino assume [1].

L’alimentazione complementare

L’alimentazione complementare è dunque un passaggio e una fase che si verifica intorno al sesto mese di vita, previa indicazione del Pediatra. Si inizia il divezzamento, comunemente noto come svezzamento, o alimentazione complementare, perché il latte materno, o quello in formula, da solo progressivamente diventa insufficiente a soddisfare le richieste nutrizionali del bambino. Il termine complementare vuole sottolineare che gli alimenti solidi vanno affiancati all’allattamento al seno, e non sono una sostituzione di quest’ultimo. L’allattamento rimane comunque una fonte di nutrimento essenziale nel secondo semestre di vita. Qualora la mamma non potesse allattare o non avesse sufficienti quantità di latte materno, è possibile impiegare le formule per lattanti o le formule di proseguimento in aggiunta o al posto del latte materno.

Quando iniziare lo svezzamento

Le diverse Società Scientifiche Internazionali concordano nell’attendere l’età dei sei mesi, per introdurre alimenti differenti dal latte materno, raccomandando così indirettamente l’allattamento al seno esclusivo per i primi sei mesi di vita [2]. A livello individuale, va comunque “personalizzato” il timing di introduzione di alimenti complementari valutando con il proprio pediatria il contesto familiare, il rapporto mamma-bambino, le esigenze specifiche della mamma e la crescita del lattante [1].

Non esiste un momento preciso e uguale per tutti i lattanti in cui iniziare lo svezzamento, ma dipende dalle esigenze e dallo sviluppo del bambino. Ci sono dei piccoli segnali che ci aiutano a capire quando il bambino si dimostra pronto ad iniziare ad assumere alimenti differenti dal latte. Per prima cosa il bambino sta seduto da solo, o con minimo supporto, e mantiene la testa allineata al tronco. Inoltre, il bambino si dimostra interessato ed esprime il desiderio di assaggiare un alimento, aprendo la bocca e sporgendosi in avanti. Allo stesso modo è capace di esprimere disinteresse e rifiuto di un alimento girando o scuotendo la testa. Tra gli altri segni vi è la capacità di afferrare con la manina pezzetti di cibo e portarli alla bocca, così come di riuscire a masticarli e deglutirli.

L’inizio dell’alimentazione complementare dipende, quindi, da diversi fattori, motivo per cui le tempistiche di inizio fanno seguito ad una valutazione della maturità del bambino eseguita dal pediatra.

I rischi dello svezzamento precoce

Lo svezzamento o divezzamento rappresenta una fase di evoluzione critica ma fondamentale, sia a livello nutrizionale che dell’esperienza sensoriale del bambino. È importante non introdurre cibi solidi mai prima dei 4 mesi di vita del bambino [2]. Infatti, prima dei 4 mesi i bambini non hanno ancora una completa maturazione della deglutizione e della coordinazione motoria buccale, che rappresentano quindi un rischio per il soffocamento e l’inalazione dei cibi. Inoltre, un bambino con meno di 4 mesi di vita potrebbe non aver sviluppato la maturità intestinale necessaria a garantire una tolleranza agli alimenti, comportando quindi un maggiore rischio di reazioni allergiche [2].

L’introduzione precoce potrebbe avere implicazioni anche nello sviluppo a lungo termine; infatti, la letteratura fornisce evidenze che l’introduzione di cibi solidi, intorno ai 3-4 mesi, può accelerare la velocità di crescita ed avere effetti a lungo termine come l’aumento nel rischio di sviluppare obesità, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari in età adulta [1,2].

Come iniziare lo svezzamento

Iniziate l’esplorazione del cibo con il vostro bambino senza alcuna fretta. La prima pappa infatti serve a far prendere confidenza al bambino con la novità dei cibi e con il cucchiaino. È bene iniziare con piccole dosi da aumentare gradualmente man mano che il bambino dimostra interesse per il nuovo cibo.

DI solito si introduce la prima pappa sostituendo la poppata di mezzogiorno con una pappa completa, e non con una pappa dolce, perché più corretta dal punto di vista nutrizionale ed anche perché il bambino ha già un gusto “innato” per il dolce e si deve abituare a gusti diversi [1].

Preparare le prime pappe per lo svezzamento

La prima pappa è un vero e proprio “piatto unico”: grazie ad un insieme di alimenti che si completano tra loro, è possibile assicurare l’apporto di tutti i nutrienti di cui il bambino ha bisogno. Le prime pappe andranno a sostituire il latte di mezzogiorno.

La base fondamentale della prima pappa può essere la seguente:

  • 180 - 200 ml di brodo vegetale senza sale ottenuto da verdure di stagione.
  • 2-3 cucchiai (20 g) di crema di cereali per lo svezzamento.
  • 2-3 cucchiai (20 g) di verdure passate ottenute dalla preparazione del brodo oppure mezzo vasetto (40 g) di omogeneizzato di verdure.
  • solitamente per la prima pappa si impiega mezzo vasetto (40 g) di omogeneizzato di carne, ma è possibile proporre in alternativa mezzo vasetto di omogeneizzato di pesce, di formaggio, oppure di legumi decorticati.
  • 1 cucchiaino (5 g) di olio extravergine di oliva

Dopo i pasti, o come spuntino di metà mattina o merenda pomeridiana, si può proporre mezzo vasetto di omogeneizzato di frutta (50 g) o in alternativa 40-50 g di frutta fresca grattugiata, sbucciata e privata dei semi.

Quando iniziare a variare la prima pappa

Impiegate il precedente schema per iniziare lo svezzamento, e mantenete per 2-3 giorni gli stessi ingredienti nella pappa. L’introduzione di nuovi alimenti dovrà essere graduale: passati 3 giorni dalla prima pappa è possibile introdurre progressivamente a libera scelta un nuovo alimento. In questa fase sarà importante alternare nella pappa le seguenti fonti proteiche, che non devono essere associate tra di loro.

  • Carne: ½ vasetto di Omogeneizzato (40 g) oppure 15 g di carne fresca.
  • Pesce: ½ vasetto di Omogeneizzato (40 g) oppure 20 g di pesce fresco
  • Formaggio: ½ vasetto di Omogeneizzato (40 g) oppure 5 g di parmigiano o 15 g di ricotta o formaggino
  • Uovo: ½ uovo sodo schiacciato (si inizia con piccoli assaggi di tuorlo e progressivamente si aumenta la quantità andando ad integrare anche l’albume)
  • Legumi: ½ vasetto di Omogeneizzato (40 g oppure 10 g di legumi secchi decorticati o 25 g di legumi freschi o surgelati decorticati

Trascorso circa un mese dall’introduzione della prima pappa, arriva il momento di iniziare anche la seconda pappa che va a sostituire la poppata della sera.

Durante l’introduzione della seconda pappa è importante imparare ad alternare le fonti proteiche del bambino seguendo uno schema vario e bilanciato. Le dosi degli ingredienti delle pappe rimangono le stesse ma si possono iniziare a introdurre nel brodo e proporre come assaggio nuove verdure o nuovi gusti di omogeneizzati.

Gli alimenti consigliati

Per motivi tanto di sviluppo quanto nutrizionali è importante proporre alimenti adatti e di consistenza corretta per l'età e lo sviluppo del bambino. I primi alimenti consigliati hanno consistenza di passato, purea e sono pensati per andare incontro alle particolari esigenze nutrizionali e fisiologiche del lattante. Solo successivamente con lo sviluppo della funzionalità alimentare si iniziano ad introdurre consistenze semisolide e alimenti a pezzettini (per maggiori informazioni leggi anche “Lo sviluppo della funzione alimentare”).

Gli alimenti pensati per l’infanzia possono aiutarti nel percorso di alimentazione complementare, perché oltre ad essere pensati per i più piccoli, riportano sulla confezione l’indicazione sulla corretta età di introduzione del prodotto (ad esempio “da 6 mesi” o “da 10 mesi”).

Allattamento e svezzamento

È consigliabile iniziare l’alimentazione complementare mentre si sta ancora allattando e proseguire con l’allattamento materno nel periodo successivo, anche oltre il secondo anno di vita. Qualora non sia possibile allattare al seno, si raccomanda, nel primo anno di vita, l’uso di formule per l’infanzia.

Con l’inserimento delle pappe la quantità di latte ovviamente diminuisce, ma rimane ancora un alimento importante nella dieta del bambino. In caso di allattamento al seno non bisogna preoccuparsi: tra una poppata e l’altra, il latte materno assicura al piccolo tutto il nutrimento necessario. In caso di latte in formula, potrebbe essere necessario passare da una formula per lattanti ad una formula di proseguimento, in considerazione delle nuove necessità nutrizionali. In questo caso, rivolgiti al tuo pediatra per ottenere maggiori informazioni sul latte in formula più adatto per il tuo bambino.

Cosa non fare assolutamente durante lo svezzamento

Il momento della pappa deve essere un momento sereno e tranquillo. Tensioni e atmosfere concitate potrebbero influenzare negativamente l’occasione del pasto. Non abbiate fretta e dedicate il giusto spazio e il giusto tempo a questa fase delicata.

Assicuratevi una postura adeguata e confortevole, proponendo ad orari regolari delle pappe salutari, gustose, dalla consistenza adeguata allo sviluppo del bambino. Limitate le distrazioni e ricordatevi che schermi, cellulari e televisori dovranno essere spenti.

Ricordatevi che il bambino non ha gli stessi gusti di un adulto. Per cui non bisogna aggiungere sale, zucchero e salse alle preparazioni delle sue pappe.

E se il bambino non vuole mangiare?!

Se il bambino non dimostra interesse per gli alimenti e non ha ancora superato il termine dei 6 mesi di vita, forse potrebbe non essere pronto per iniziare lo svezzamento. Ti consigliamo di valutare attentamente con il pediatra se il tuo bambino è pronto ad iniziare l’alimentazione complementare. Se il bambino ha già iniziato lo svezzamento o divezzamento ma rifiuta gli alimenti, non bisogna scoraggiarsi. Provate a riproporre gli alimenti più volte ma senza forzature e senza arrabbiarvi o urlare. Pochi cucchiaini contro voglia non lo aiuteranno a coltivare un sano rapporto con il cibo, al contrario alimenteranno la tensione nel momento del pasto. Dimostratevi pazienti e ricordatevi che per i bambini tutti i cibi sono inizialmente sconosciuti! Di fronte al rifiuto, limitatevi a riproporre lo stesso alimento in più occasioni. Infatti, gli studi suggeriscono che siano necessarie come minimo 8–10 esposizioni per ottenere gradimento e accettazione da parte del lattante.

Il latte materno è l'alimento ideale per il bambino. L' Organizzazione Mondiale della Sanità lo raccomanda come alimento esclusivo fino al sesto mese e come componente lattea di una dieta equilibrata anche dopo l'anno di vita. Qualora l'allattamento al seno non sia possibile o sufficiente chiedi sempre consiglio al tuo Pediatra.

Bibliografia:

[1] Manuale di nutrizione in età evolutiva, Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), 2016. [2] Fewtrell M, Bronsky J, Campoy C, Domellöf M, Embleton N, Fidler Mis N, Hojsak I, Hulst JM, Indrio F, Lapillonne A, Molgaard C. Complementary Feeding: A Position Paper by the European Society for Paediatric Gastroenterology, Hepatology, and Nutrition (ESPGHAN) Committee on Nutrition. J Pediatr Gastroenterol Nutr. 2017 Jan;64(1):119-132.

Sara Vizzuso
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